“Pensavano che fossero tutti morti”

Poco più di due anni fa, uno dei figli di Paola ha subito un grave incidente, quando un’auto è entrata nella corsia dove viaggiavano lui e un amico e ha completamente distrutto la sua auto.

“Mio figlio ha anche cercato di evitare l’altra macchina, colpendo i binari centrali e poi la ruota dell’altra macchina. Poi, ha girato il volante a destra e ha finito per girare per il resto dell’autostrada fino a fermarsi su un cumulo di terra, lasciando l’auto praticamente in piedi. La gravità dell’incidente è stata tale che hanno chiamato solo la polizia e non l’ambulanza, perché pensavano che fossero tutti morti.

Solo quando mio figlio ha provato a scendere dall’auto si sono accorti che qualcuno era vivo e hanno chiamato l’ambulanza. Anche lo stesso poliziotto riconobbe che c’era stato un intervento divino e il medico dell’ospedale non voleva nemmeno credere che fossero usciti illesi dall’incidente. Mio figlio si è appena tagliato la mano mentre cercava di uscire dal finestrino della macchina.

2a LIBERAZIONE

Lo stesso Paolo racconta la storia della sua liberazione: “Io e un amico eravamo a Esposende e dovevamo andare a prendere un altro amico a Porto. Sono entrato in autostrada a più di 200 km/h, ma, prima di raggiungere il ponte di Leixões, ho rallentato. Stavo andando sulla corsia di sinistra e in quel momento ho visto un’auto tamponarne un’altra, che è finita nella corsia dove stavo andando. Ho chiuso gli occhi, ho sentito l’impatto contro la ringhiera centrale, sono scoppiati gli airbag e ho corso per 200 metri sbandando. Sempre cosciente, pensavo che fosse già arrivata la mia ora!

L’auto ha colpito i binari, si è sollevata, si è ribaltata due volte ed è caduta sui binari. Poi i finestrini si sono rotti, è entrata molta sporcizia e siamo subito scesi dall’auto. Lo so, è stato Dio a non permettere che ci accadesse nulla! Due mesi prima avrei dovuto perdere il fegato e, subito dopo, è accaduta questa tragedia”.

1° LIBERAZIONE. La forza di una madre che prega e pone tutta la famiglia nel riparo dell’Altissimo aveva già liberato Paolo prima. “Mio figlio stava assumendo farmaci molto forti che avevano danneggiato il suo fegato e gli è stata diagnosticata un’epatite molto grave. Fu ricoverato d’urgenza e peggiorò sempre di più. Poiché il suo fegato stava andando a pezzi, è stato messo in lista d’attesa per un trapianto e il medico mi ha detto che anche se fosse guarito, avrebbe avuto gravi conseguenze”. Ma Paola rimase salda nella sua fede e affidò suo figlio nelle mani di Dio. “Il suo fegato era completamente rigenerato e anche la stessa dottoressa riconobbe che la mia fede stava avendo effetto”.

Paola e Paolo Costa