La storia di Gedeone – parte 7

Il secondo bue e la lite con Baal: (Giudici 6,25-32)

Dio chiede a Gedeone di distruggere il boschetto idolatrico, l’altare di Baal di suo padre, di erigere un altare a Dio e di sacrificare al Signore il secondo bue di suo padre. Dio non gli ordina di prendere nessuno, ma lui non ha il coraggio di andare da solo, va con dieci uomini (fin qui tutto bene, si trattava di abbattere un boschetto, dopo tutto). Non ha il coraggio di andare di giorno, va di notte. Obbedisce, ma con paura. Ma obbedisce. Ma con paura. Si vede che ha paura degli uomini, ma non ha paura di Baal. Non teme gli altri dei. Teme Dio, altrimenti non obbedirebbe. Quindi si trova in un enorme conflitto tra la paura della situazione e la paura di Dio. Sceglie di temere e così Dio resta con lui.

È molto bello vedere come Dio non guardi alla paura di Gedeone. Sa che ha paura, vede la sua paura, ma sceglie di guardare la paura che esprime e anche la fede, che è l’atteggiamento di obbedienza. Anche perché è terrorizzato, l’obbedienza di Gedeone ha ancora più valore davanti a Dio. Deve sacrificare di più la propria paura per obbedire. Dio ha occhi buoni e guarda sempre al nostro potenziale e al nostro sforzo di obbedire e di superare i nostri difetti e le nostre debolezze. Guarda al nostro sacrificio, alla nostra offerta di obbedienza se fatta con sincerità e timore.

Gli uomini della città scoprono subito l’accaduto e non è difficile scoprire chi è stato, visto che Gedeone ha portato con sé dieci testimoni… E, naturalmente, quando si tratta di indicare il colpevole, tutto ricade sulle spalle di Gedeone, come se l’avesse fatto da solo… Immaginate se i testimoni si accusassero a vicenda! Il padre di Gedeone deve andare a difendere il figlio (perché non so dove sia Gedeone… il papà doveva andare a salvarlo) e riesce a far ragionare i ragazzi. Se baal è dio, allora che si difenda dall’affronto che gli è stato fatto! E tutti lasciano la vendetta a Baal. È una specie di sfida.

Di sicuro Gedeone diventa la voce della città. Il suo comportamento è visto come un affronto a Baal, e tutti devono aver guardato per vedere cosa gli sarebbe successo. Probabilmente la fama di Gedeone cominciò a diffondersi, perché a causa di questo evento gli cambiarono persino il nome! Chi è che fa questo a Baal e la fa franca? Perché Baal non ha potuto fare nulla contro di lui? Chi è con lui, chi è più grande di Baal? Può essere solo Dio! Se Dio è con lui ed è più grande di Baal, che diavolo stiamo facendo seguendo il perdente?

La richiesta di Dio aveva quindi molteplici motivazioni. Oltre a quella ovvia di far uscire quegli abomini dalla casa paterna e di fare del Signore l’unico Dio, sacrificando il meglio che la sua famiglia aveva e mettendo Dio al di sopra di ogni altra cosa nella vita, voleva anche svergognare Baal davanti al popolo, facendo vedere a tutti che Baal non era affatto un dio. Voleva anche verificare se la paura di Gedeone nei confronti degli uomini fosse più grande della paura di Dio, e voleva anche diffondere un’immagine di eroe impavido e imprevedibile di Gedeone e mostrare a tutti che Gedeone era con Lui.

Dio è grande e non si limita ai nostri limiti. Quindi, quando fa qualcosa, è multidimensionale. È come se lanciasse una palla da bowling e facesse cadere tutti i birilli in una volta sola. Ciò che Egli fa ha un effetto su più fronti, di cui non sempre ci rendiamo conto. Non è mai solo per una cosa.
Continua domani…

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