le orecchie sospese

In diverse occasioni, dissi ai miei compagni di guerra che dovevamo cambiare il nostro piano sempre che questo non risultasse. Recentemente, conversando con un amico, egli diceva:”Non è stato per caso che Dio ha fatto l’uomo dall’argilla, perché se già essendo l’argilla difficile da maneggiare, immagina se Dio l’ avesse fatto con la pietra?”.

“E’ vero”- gli dissi! Noi, esseri umani, abbiamo la tendenza a non gradire di stare lì ad ammuffire, ma vogliamo cambiare. Penso che siamo flessibili e siamo disposti a cambiare quante volte è necessario, fino a raggiungere il nostro obiettivo.

A proposito dell’evento “Superamento e Risposta”, in Lussemburgo, dissi a chi mi ascoltava:”Gli errori sono inevitabili, ma continuare nella pratica degli stessi è opzionale”. Per questo, credo che è importante essere capaci ad apprendere dagli errori, cosa che molti non fanno, ripetendo gli stessi e finendo per sentirsi frustati per il fatto di ottenere sempre lo stesso risultato. Perciò dico che, “chi insiste nella pratica dell’errore uccide i propri obiettivi finendo per convincersi che non vale la pena di lottare per la vita”.

Durante la guerra fredda, una spia russa, un giorno, arrivò in casa di un amico con le orecchie bendate. “Che ti è accaduto?” –esclamò l’amico. La spia rispose:”Stavo stirando la mia camicia quando, improvvisamente, il telefono ha squillato e, senza pensarci, ho portato il ferro all’orecchio!”.

L’amico quindi chiese: “E cos’è accaduto all’altro orecchio?”. “Ah, questo è stato quando volli chiamare l’ambulanza!”- rispose. A volte siamo tanto presi a fare una cosa in un modo, per esempio, un modo di
pensare, che consideriamo impossibile risolverla alternativamente.