Non ucciderti!

I motivi di coloro che nutrono questo pensiero o di coloro che hanno registrato le loro ragioni prima di togliersi la vita, ruotano attorno alle delusioni nella vita amorosa, perdita del patrimonio o dei loro cari, dipendenza chimica, disoccupazione, abusi sessuali, ma quella con la più alta incidenza è la depressione.

C’è una moltitudine di persone depresse, solitarie e tristi all’interno delle loro case che urlano aiuto. Persone che piangono tutti i giorni, perchè non riescono più a vedere una via d’uscita per il dolore che consuma la loro anima.

La depressione ruba la voglia di vivere e rende la vita completamente priva di significato. Questo accade in modo che la famiglia, la professione, i soldi o gli amici perdano il significato.

Per la persona depressa non importa se il cielo è blu, se gli albero stanno fiorendo o se i figli hanno bisogno di attenzione. La sua mancanza di animo, forza e allegria, non le permette di vedere la bellezza della vita, la necessità delle persone intorno a lei o le opportunità di ricominciare ed essere di nuovo felice.

E, al culmine dell’angoscia, arrivano le idee di suicidio. Pensando di mettere una fine al dolore dell’anima, l’essere umano ignora che, se commette un tale atto, sarà per sempre posto in una sofferenza infinitamente più grande: l’inferno.

Dico questo perchè Dio è il Donatore di Vita, e solo Lui può toglierla. Chiunque finisce coscientemente la propria esistenza fisica si sta impossessando di un diritto che appartiene solo al Creatore. É  per questo che nel Decalogo è scritto: “Non uccidere.” Questo comandamento vale tanto per gli omicidi, quanto per quelli che si suicidano.

Ma, non sono qui per dire che è un peccato suicidarsi, e sì per mostrare che esiste una cura per il tuo dolore, qualunque cosa sia. Dopotutto, Gesù disse: “TUTTO è possibie a colui che crede” (Marco 9:23). La parola “TUTTO” include il completo restauro della tua anima, del tuo corpo e della tua vita in tutti i sensi. Perciò, chi crede nelle promesse di Dio non rinuncerà MAI alla vita.

La storia di Giobbe è un esempio di questa perseveranza nelle promesse Divine, poichè anche dopo che perse tutti i suoi figli, i suoi beni, la sua salute e il suo prestigio nella società dell’epoca, non accettò il suggerimento della sua donna di maledire a Dio e rinunciare alla vita. In altre parole, lei voleva dire che era inutile che Giobbe mantenesse la fede in Dio e che la sua vita non valeva più la pena. Lui non ascoltò questo cattivo consiglio, ma molti hanno ascoltato e hanno rinunciato di vivere.

Anche vivendo il più alto grado di afflizione, Giobbe chiamò la sua donna “stupida” nel dire quelle parole, perchè aveva la certezza che l’aiuto Divino l’avrebbe raggiunto.

Quindi, tu che stai essendo bombardato da pensieri di finire la tua vita, io so che, in fondo, non vuoi questo! Vuoi la soluzione dei tuoi problemi e una fine al tuo dolore, non è così? E la fede può portarti ora questa soluzione, basta che invochi al SIGNORE con tutte le tue forze.

Guarda i tuoi problemi con le “lenti” di fiducia in Colui che ci invita a consegnare la nostra vita a Lui, e non a distruggerla. Agendo così, provi che credi in Dio, e che la tua fede è più grande che qualsiasi sofferenza che bussa alla tua porta.

Che questo testo sia come un salvagente, per toglierti da questo mare di sofferenza. Puoi capovolgere questa situazione, superare questo brutto momento, essere felice e realizzare i tuoi sogni. Non ucciderti! Vivi e vivi per testimoniare la grandezza di Dio che:

Egli solleva il misero dalla polvere e tira fuori il povero dal letame, per farli sedere con i principi e far loro ereditare un trono di gloria. 1 Samuele 2:8