Il Sacrificio è per tutti!

caminhar-706x410Il Signor Gesù disse: “Tutto è possibile per colui che crede”.

E non è esattamente di questo che stiamo parlando con le persone che arrivano in chiesa, con problemi, malattie incurabili, debiti impagabili, famiglia completamente distrutta, nel fondo del pozzo, senza amici e senza nessuno che possa aiutarli? Noi parliamo della fede, diciamo loro che non possono accettare questa situazione, che devono prendere un’attitudine di fede e contare con Dio. Li orientiamo a fare correnti, cercare Dio, andare all’Altare, che è l’unico modo per risolvere i loro problemi.

Ma, nel nostro caso, quando ci troviamo ad affrontare problemi nello stato in cui lavoriamo? Barriere che insorgono, difficoltà con pastori, qualcosa che deve essere acquistato, la prima cosa che facciamo è di fare appello con e-mail o, al telefono in modo che il problema sia risolto. Ossia, vogliamo le facilità. E sono queste facilità che bloccano la fede.

La facilità e pregiudizievole tanto per i nuovi come per i più vecchi. Per i nuovi, perché trovano tutto pronto; cose che dovrebbero acquisire con sacrificio, sono ricevute con facilità o senza alcuno sforzo, ciò li rende deboli. Per i più vecchi, che hanno perfino iniziato nella difficoltà, nel sacrificio, per il bene del lavoro, oggi, oggi con le facilità, lasciano la fede da parte e si accomodano.

Osserva il grande pericolo delle facilità in questo esempio: un padre sacrifica tutta la vita con il lavoro, lacrime e sforzo per acquisire i suoi beni. Dopo che tutto è pronto, lui muore e suo figlio resta con il tutto nelle sue mani per amministrarli. Lo stesso figlio che ha avuto un’infanzia felice, una gioventù felice ed è cresciuto in mezzo a queste felicità, quando eredita i beni, finisce per perdere tutto, perché nulla gli è costato sacrificio.

Nell’Opera di Dio, quando il pastore è abituato con le facilità e non vede risposta alle sue richieste, arrivano subito una qualsiasi scusa come: “Il lavoro non cresce perché non c’è appoggio”. In verità, non è mancanza di appoggio, il problema è che è diventato un religioso, lavora con una fede emotiva, facendo un lavoro tecnico, parlando di una fede che non si vive. Ciò che dobbiamo fare realmente è porre in pratica ciò che diciamo al popolo. Dobbiamo usare la fede, cercare Dio, andare all’Altare e parlare con Lui e dire: “Oh! Dio, io non accetto questa situazione, ho una necessità, e il Signore deve aprire una porta per me!” Con certezza Dio ci onorerà, perché questo è ciò che Lui vuole, che il lavoro sviluppi.

L’apostolo Paolo disse:

Perché mi si è aperta una porta grande ed efficace, e vi sono molti avversari.

1 Corinzi 16:9

La porta si è aperta solo perché lui ha provocato con l’esercizio della fede. Pur avendo molti avversari, lui non si intimidì, perché il suo obiettivo è sempre stato l’Altare.

Il sacrificio è per tutti, tanto per coloro che entrano come per coloro che già ci sono. Il miglior esempio che abbiamo è il vescovo Macedo, che ha iniziato nelle difficoltà, nel sacrificio, screditato, senza appoggio, e che ancora oggi nonostante la chiesa è quel che è, continua nel sacrificio, facendo uso della fede, nella dipendenza di Dio.

Ed ora ecco, l’ETERNO mi ha conservato in vita, come aveva detto, questi quarantacinque anni da quando l’ETERNO disse questa parola a Mosè, mentre Israele vagava nel deserto; ed ecco, oggi ho ottantacinque anni. Ma oggi sono ancora forte come lo ero il giorno in cui Mosè mi mandò; lo stesso vigore che avevo allora ce l’ho anche adesso, tanto per combattere che per andare e venire.

Giosuè 14:10-11

La carne è invecchiata, il tempo è passato, le difficoltà sono aumentate, però lo spirito della fede si è mantenuto. Sebbene vi era la necessità della conquista della Terra Promessa, l’obiettivo di Caleb è sempre stato l’Altare!

Come è scritto:

“Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te.”

Efesini 5:14

Ha collaborato: Vescovo Romualdo Panceiro

Vescovo Edir Macedo