La Pasqua

                                                                                                                                                                                                                                       sepulcro-vazio

Quel giorno sarà per voi un giorno da ricordare e lo celebrerete come una festa all’ETERNO; lo celebrerete d’età in età come una legge perpetua.
Esodo 12:14

La Pasqua, è conosciuta anche come Pesach, che in ebraico, significa in modo letterale “passare sopra” (Esodo 12:13,23,27). La prima cerimonia è avvenuta circa 3.500 anni fa in Egitto, ed è commemorata tutti gli anni dal popolo giudeo, come ricordo della schiavitù egiziana.

Per enfatizzare quanto sarebbe importante quel momento, l’Altissimo si riferì a lui come il principale di tutti i mesi. E il cambiamento nella vita degli ebrei non si limita al calendario, ma si trattava di una redenzione, la rinascita per una nuova vita, per mezzo della liberazione.

La data era il quattordicesimo giorno del mese di aprile (Esodo 12:18; Levitico 23:5), esattamente all’inizio della primavera, periodo segnato dalle piogge tardive, all’inizio della raccolta, quando nascevano i piccoli del gregge e avveniva un vero rinnovamento di vita e della natura. Mediante l’Azione Divina, gli ebrei abbandonarono il loro modo di vivere antico e ebbero il privilegio di iniziare una nuova vita, piena di buoni frutti. Quanto a noi, cristiani, la Pasqua è celebrata tra marzo e aprile.

L’Egitto era sofferente a causa delle piaghe, e prima che giungesse la decima ed ultima di queste, l’Altissimo orientò Mosè e Aronne perché ogni famiglia prendesse un agnello maschio, di un anno di età e senza difetto, per sacrificarlo al tramonto (Esodo 12:1-5).
Il sangue dell’animale doveva essere asperso con issopo agli stipiti e architravi delle porte, perché avrebbe dato protezione alle famiglie d’Israele, principalmente ai primogeniti (Esodo 12:13). L’agnello immolato non poteva avere nessun osso rotto e la sua carne doveva essere arrostita e mangiata completamente, insieme al pane azzimo, significando la separazione dal peccato, dalla corruzione e dal male. L’altro elemento che faceva parte della cena erano le erbe amare, che simbolizzavano gli anni di sofferenza degli israelita durante la schiavitù dell’Egitto (Esodo 12:8).

Normalmente le persone restano quanto vogliono in casa e mangiano senza premura, però l’ordine Divino era che le famiglie mangiassero la cena di Pasqua con abiti e scarpe.
Gli uomini dovevano essere già con il bastone nelle mani – tutto questo ero un segno che tutti dovevano essere pronti a partire. L’Altissimo ha fretta di liberare e benedire quelli che Lo invocano. Ma, per provare la liberazione, è fondamentale l’obbedienza alla Sua istruzione (Esodo 12:11).

Quando l’angelo della morte passò a mezzanotte, uccise tutti i primogeniti egiziani – dall’erede del trono dell’Egitto al figlio più grande dei prigionieri del luogo -, oltre a tutti i primi piccoli di tutti gli animali – perfino quelli della casa del faraone (Esodo 12:29). Ma, al vedere il sangue sulla porta degli ebrei, l’angelo non poté ferirli.

Anni più tardi, il Dio-Padre provvide un nuovo Agnello, il Suo Proprio Figlio, dando un nuovo significato alla Pasqua. Il Signore Gesù diventò l’Unico “Passaggio” per la Salvezza (Giovanni 1:29). Senza Lui nessuno può giungere al Padre. Per questo soltanto chi ha il Suo Sangue asperso nella sua coscienza è purificato, rivestito e pieno di pace (Ebrei 9:22). Inoltre, può usufruire della sicurezza, poiché nessun male lo può toccare.

Prima che il Signor Gesù fosse crocefisso, invitò i Suoi discepoli a partecipare ad una cena. La prima Pasqua diede inizio alla nazione d’Israele. Nel frattempo la Pasqua celebrata dal Maestro era superiore e più marcante. Per intermedio della Sua Carne e del Suo Sangue sarebbe nata una nazione infinitamente maggiore di giustificati in tutte le parti del mondo. Una nuova alleanza fu fatta tra Dio e l’uomo. Per tanto era istituita la celebrazione cristiana più importante e sacra, e che deve essere commemorata in memoria di Cristo fino al Suo ritorno: la Santa Cena (Luca 22:14-20).

Il Signor Gesù fu arrestato e crocifisso esattamente nel mese di aprile, durante la settimana della festa, conforme a quanto scritto: “Ed era la preparazione della Pasqua e quasi all’ora sesta” (Giovanni 19:14); Lui era l’Agnello pasquale definitivo, immolato da Dio, secondo la Legge determinava:Maschio e Perfetto (Esodo 12:5; 1 Pietro 1:19); tutto il Suo Sangue avrebbe fatto l’espiazione (Giovanni 19:34). La Sua carne sarebbe servita d’alimento davanti dell’amara sofferenza (Giovanni 19:29-30) e nessuna delle Sue ossa si sarebbe rotto (Giovanni 19:33). Egli compì tutta la Parola – soffrì, morì e rivisse, poiché resuscitò! Questa è la notizia più grande che l’umanità poteva ricevere.

Nell’esodo degli ebrei vi è liberazione fisica, però l’esodo dei nostri giorni promuove la più grande liberazione di tutte – quella spirituale. Tutti coloro che si consegnano al Signor Gesù, in obbedienza, inizia una nuova storia. Il passato di sofferenza è soltanto un ricordo. D’ora in avanti, nuovo calendario, nuova vita, nuove opportunità.

È già sera e la mezzanotte si avvicina. I nostri giorni in questo mondo possono essere pochi o molti, nessuno lo sa con certezza. Di una cosa, però, possiamo esserne sicuri: dobbiamo esser pronti ad ogni istante – vivere separati dal peccato, vestiti della Salvezza e rivestiti con il Sangue prezioso dell’Agnello asperso nelle nostre anime. Soltanto così possiamo scappare dalla condanna eterna.

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