Matrimonio Blindato, lezione appresa

Qualcuno un giorno disse che il buon professore “non solo insegna, maCriseRenato-465x210 trasforma”. Basandosi in questo principio, è possibile dire che Renato e Cristiane sono tra i migliori professori del Paese.

Di fronte a “La Scuola dell’Amore”, i coniugi utilizzano la TV come dovrebbe essere realmente: uno strumento utile e divertente, fatta su misura per la società che li segue.

Altro doppio merito è la scelta della famiglia come destinazione di pubblico. Non potrebbe esserci nulla di meglio e di più ampio. I partiti politici istruiscono i loro membri; le chiese istruiscono i loro membri; le scuole istruiscono i loro alunni. Istruire la famiglia, però, è investire nel fondamento della civilizzazione.

Tecnicamente ben strutturato e con direttive di applicazione mirate, la “Scuola dell’Amore” possiede come asso nella manica il fatto di essere al 100% reale, ciò che avvicina il pubblico. Il programma non tratta temi di fantasia, ma di dilemmi quotidiani e, con questa formula, vince dove molte superproduzioni di TV falliscono e riesce a stabilire un “ponte solido” con i suoi telespettatori.

Di fatto è, che come presentatori di TV, Renato e Cristiane ancora gattonano, ma la proposta di attrazione lascia evidente che i coniugi non hanno come obiettivo principale di intrattenere, ma di insegnare. Non sono animatori, ma professori. Quel che è meglio: fanno capire, in ogni momento, la posizione di eterni alunni.

A scuola, ho conosciuto professori che gestivano l’argomento, ma che erano incapaci di controllare il loro ego. Come risultato, le loro aule erano perfette, ma vuote, e il rapporto con gli studenti distaccato e vuoto.

Renato e Cristiane, però, raccontano le loro esperienze e condividono perfino i loro fallimenti. In nessun momento si definiscono perfetti, ma dimostrano di ricercare la perfezione. La postura di entrambi è accattivante e, soprattutto, sincera, rispondendo ad una delle maggiori carenze dell’attualità.

Il clou della “Scuola dell’Amore”, tuttavia, non è la performance dei suoi direttori, ma l’impatto provocato dalle sue lezioni. L’attrazione non è finalizzata alla raccolta, ma alla semina.

L’elevato numero di testimonianze impressiona ed non è una esagerazione affermare che il programma – alleato del libro “Matrimonio Blindato” e altri materiali prodotti da Renato e Cristiane – vengono scrivendo la storia di migliaia di persone.

È impossibile calcolare gli effetti di un matrimonio restaurato. Ad occhio nudo, lui sembra generare la felicità di due persone, ciò sarebbe già incredibile, ma, in verità, il suo impatto va oltre.

Un matrimonio restaurato genera figli emotivamente salubri, che, a loro volta, trasmetteranno tale esperienza ai loro propri figli, e così in avanti. Il cambiamento in un ambiente famigliare può beneficiare tutta una generazione e, in ultima istanza, tutta una società.

Si dice spesso che l’educazione sia la soluzione per la criminalità, e lei, di fatto, lo è, anche se non lo è. Esiste un’altra chiamata amore, e questa non può essere appresa a scuola, ma in casa.

Figli di genitori divorziati sanno quanto sia difficile affrontare questa realtà. Chi è cresciuto ascoltando i suoi genitori scambiarsi rancori e anche accuse. Non sarebbe bello vedere i loro genitori vivendo un’altra realtà? Ed è per questo che la “Scuola dell’Amore”, indipendentemente da qualsiasi altro dettaglio, merita un applauso.

Alcuni detesteranno questo messaggio e diranno (come se stessero denunciando un crimine): “Loro sono dell’Universale. Lei è la figlia di Edir Macedo!”

Ora, non importa se sono dell’Universale. Potevano essere cattolici, spiritisti, avventisti, imbandisti o perfino atei. Se stanno facendo il bene, non stanno servendo il male. Se qualcuno mi da un buon consiglio, io non gli chiedo il nome di suo padre, ma “ringrazio” solamente.

Renato e Cristiane mettono in chiaro che la loro scelta religiosa non compromette la loro funzione sociale.

Delle lezioni che ho avuto a scuola, ho dimenticato la maggior parte del contenuto. Ma non mi dimenticherei mai più di alcuni professori, alla fine dei conti, ciò che importa non è la teoria, ma la pratica. E in questo quesito, Renato e Cristiane sembra che meritino il massimo voto.

Di Arthur Vivaqua, giornalista del sito RD1

Vescovo Edir Macedo
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