L’Universale apre le porte del suo primo tempio in Georgia

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“Fare l’Opera di Dio in un qualsiasi luogo è sempre una sfida, e in Georgia non sta essendo differente, ma la fede sacrificale e la dipendenza di Dio ci danno la condizione per andare avanti senza guardare le difficoltà, poiché la nostra visione è raggiungere le anime e condurle alla Salvezza.”

Appoggiati in queste parole, il pastore Idelmilson Oracz e sia moglie, Elisabete Oracz, hanno iniziato da tre mesi, il lavoro dell’Universale nel paese dell’Est Europeo.

“Siamo arrivati in Georgia a metà gennaio di quest’anno e abbiamo iniziato a fare visite in case, ma non avevamo ancora un luogo definito per riunire le persone”, ricorda il pastore.

Nonostante le difficoltà, l’attesa non è stata molta e, nel giorno 2 di aprile, è stato inaugurato il primo tempio dell’Universale in quel paese. Erano presenti circa 90 persone in cerca di un incontro con Dio.

17793470_783102648503707_1475626232_n.690x460Una di loro è la psicologa Kristina Manukian (foto a lato con il marito), di 38 anni, che ha affermato di essere molto felice di poter partecipare all’inaugurazione della chiesa. “Prima di partecipare alle riunioni dell’Universale, la mia vita era distrutta e il mio matrimonio era quasi giunto al termine. A causa dello stress e sofferenza, mia figlia minore, quando è nata, ha avuto delle complicazioni, si è verificato un accorciamento di 2 centimetri del nervo della sua gamba.

I medici dissero che era da operare ma che non garantivano la guarigione. Quando iniziai a frequentare le riunioni dell’Universale, ho appreso come usare la fede, così iniziai a ungere il luogo con l’olio e, con le preghiere fatte dal pastore, nel giro di 10 giorni, i 2 centimetri che mancavano crebbero e lei guarì completamente. Il rapporto con mio marito è stato restaurato e adesso siamo molto felici, soprattutto per aver appreso ad usare la fede che trasforma”, racconta Kristina.

Facendo l’Opera di Diounnamed-1.690x460

Da 28 anni servendo Dio come pastore, Idelmilson Oracz e la moglie (foto a lato) hanno già evangelizzato in Portogallo, Russia, Ucraina, Lettonia, Moldavia e attualmente sono in Georgia.

“Sono stato inviato dal Brasile al Portogallo a 19 anni, lì mi sono sposato e abbiamo servito per 7 anni. In seguito, siamo stati inviati alla nostra più grande sfida, la Russia, dove ci siamo presi cura del lavoro per 5 anni. Era l’inizio dell’Opera nel paese e sono state molte le difficoltà, tra queste anche la lingua.

Anche l’adattamento al freddo non è stato facile. Mi ricordo che, mentre stavamo imparando la lingua, facevamo i lavori in chiesa in modo che fosse gradevole per ricevere le persone. Un’altra difficoltà riscontrata è che, come in tutto l’Est Europeo l’antica Unione Sovietica che è durata 70 anni, ha fatto sì che il popolo non avesse libertà d’espressione di fede, molti si dicevano atei. Ma tutte le difficoltà sono state superate.

Dopo 6 mesi, siamo stati inviati in Ucraina, dove siamo rimasti 3 anni e mezzo. Dopo è stata la volta della Lettonia, dove ci siamo fermati 2 anni e, un altro anno in Moldavia. È da 12 anni che predichiamo l’Evangelo nell’Est Europeo. Negli ultimi 4 anni abbiamo servito in Portogallo e adesso di ritorno, con la sfida di iniziare il lavoro in Georgia”, racconta il pastore.

Anche davanti alla discriminazione e religiosità, l’Universale non si ferma con il lavoro evangelico.17757344_782543065226332_1738507248089044607_n.690x460-1

“Per noi, servire Dio in questo paese è stato ed è una esperienza che ci ha insegnato molto. L’opportunità che il pastore ha di iniziare il lavoro della Chiesa in un paese, molte volte è un’impresa ardua, non è facile e richiede una vita di sacrificio, rinuncia e preghiera. Ma quando la sua visione, è l’Altare, lui supera qualsiasi difficoltà per amore alle anime.”

Fonte: Universal.org