I semi della fede seminati nel chiosco di Méier

Internazionale |31 di Maggio, 2017

“Se le acque del mare della vita
ti vogliono soffocare1970_Coreto-1-Foto-Pauty-Araujo.690x460
afferra la mano di Dio e vai
Se la tristezza di questa vita
Ti vogliono soffocare
Afferra la mano di Dio e vai
Afferra la mano di Dio,
afferra la mano di Dio
questa, questa ti solleverà
Non temere, vai avanti
Non guardare indietro
Afferra la mano di Dio e vai”

Questo era la lode che si ascoltava tutti i sabato pomeriggio dal Giardino di Meier, zona nord di Rio de Janeiro, dove si trovava il chiosco usato dal vescovo Edir Macedo (allora evangelista) per realizzare le sue prime predicazioni. La musica emessa dal piccolo organo, con altre attrezzature per il suono che lui stesse portava nella sua auto, chiama l’attenzione di chi passava di lì. “Il lavoro era breve e obiettivo. Raggruppavo le persone, annunciavo il potere di Gesù, cantavo un inno tradizionale e gridavo per i miracoli”, ha raccontato il vescovo nella sua biografia “Niente da Perdere”.

Le condizioni del chiosco non erano le migliori. Ma, anche sporco e con un odore insopportabile di urina – come raccontato nel libro dal vescovo -, chi passava in quel luogo e vedeva quel movimento di fede saggia sapeva che qualcosa di diverso sarebbe accaduto. “Pur essendo solo un evangelista, senza esperienza con i metodi di liberazione spirituale, io osavo determinare l’espulsione di spiriti maligni dalla vita di coloro che mi guardavano. Proseguiva una rapida riunione con un insegnamento dell’Evangelo. Parlavo sempre della Salvezza e pregavo per chi desiderava accettare Gesù”, ricorda il vescovo.

Pian piano, sabato dopo sabato, il numero delle persone che seguivano fedelmente le predicazioni a cielo aperto cresceva, e i semi della fede seminati lì hanno reso frutti ancora oggi.

“Ancora oggi, di tanto in tanto, incontro persone, generalmente anziani, che raccontano come sono stati salvati da una parola ascoltata in quell’immondo e puzzolente chiosco. Messaggi che il tempo ha cancellato dalla mia memoria, ma che hanno cambiato la storia di molta gente.” Il vescovo non ricorda le parole, ma chi li ha ascoltate non ha dimenticato l’effetto che ha provocato dentro di loro. Come il caso di una donna che tutti i giorni passava di lì in pullman.

Lungo la strada
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Fino all’Ospedale Centrale dell’Esercito, nella capitale di Rio de Janeiro, il tragitto era lungo e, veniva percorso tutti i giorni, negli ultimi 4 anni, dalla padrona di casa Maria Das Graças De Souza Bias (foto a lato), all’epoca di 32 anni. La routine era dovuta a un grave problema di salute della figlia, allora di 4 anni.

Fino a quando un pomeriggio, in una di questi viaggi all’ospedale, è accaduto qualcosa che avrebbe cambiato completamente la sua vita. “Nel tragitto, c’era una fermata del pullman davanti al Giardino di Meier, dove c’era il chiosco. Una di queste volte, che il pullman si fermò lì, io sentii parole che non avevo mai sentito, parole forti dentro di me, che mi fecero molto bene”, ricorda Maria das Graças.

Queste parole venivano dal giovane predicatore Macedo. Ebbero un grande effetto, che tutti i giorni lei passava in quel luogo prestando attenzione nel cercare l’uomo che aveva pronunciato tali parole. Però, lei non sapeva che lui, non era tutti giorni al chiosco. Ma anche così, tutti i giorni che il pullman passava da quella piazza, lei immediatamente cercava di vedere se sentiva quelle predicazioni, anche se velocemente e dentro del pullman.

Finché un giorno lei vide che lui era là e, non si accontentò di ascoltare dal pullman, così scese per seguire da vicino. Ascoltava un po’, perché aveva gli orari dell’ospedale e quindi riprendeva la sua routine. La terza volta, lei scese e rimase fino alla fine della predicazione.

“Ho conosciuto il vero Dio che non conoscevo. Lui parlava con molta convinzione. Non mi sono fermata lì per la mia liberazione o guarigione di mia figlia. Mi ero fermata perché attratta dalla fede di ciò che lui diceva. Lui diceva con molta convinzione di ciò che Dio poteva fare nella nostra vita”, ricorda.

Maria das Graças iniziò a fare un tipo ti passaggio di lì prima di andare in ospedale e, in uno di questi giri, lei ricorda di aver preso coraggio per parlare con il giovane predicatore: “ ‘Ei ragazzo, mia figlia è malata’. E lui si è avvicinato con quel modo di fare amorevole. La mia liberazione, la guarigione di mia figlia, la mia camminata con Gesù, iniziarono lì.”

Fu inaugurata subito la chiesa nell’antica funeraria, e la padrona di casa non lo sapeva. “Sono rimasta 3 mesi senza sapere dove era andato. Finché un giorno, mia sorella mi ha telefonato dicendo che c’era un uomo vicino a casa mia che stava facendo cose meravigliose. Quell’uomo era quel predicatore. Io non avevo mai visto un movimento così grande di persone cercando Gesù in quel luogo.”

Servendo Dio
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Già nell’Universale di Aboliçao, dopo aver raggiunto la liberazione totale dei problemi nella sua vita ed avere un vero incontro con Dio, Maria das Graças è stata innalzata a collaboratrice, dall’allora, pastore Macedo. Attraverso lei, tutta la famiglia iniziò a cercare la presenza di Dio.

Attualmente, la signora Maria Bias, come è conosciuta, ha 71 anni e ha completato 39 anni di Opera. Lei racconta come sono stati questi anni nella presenza di Dio. Io faccio l’Opera di Dio in tutto, non mi limito in niente. Se Dio mi chiede ‘fa questo’, io lo faccio, perché se Lui mi chiede vuol dire che Lui stesso mi darà la capacità per fare quello. Sono qui, per la misericordia del Signor Gesù, ogni giorno ‘uccidendo un leone’, dovendo stare stabile, guardando sempre alle promesse, per ciò che Dio ci ha promesso, perché se mi fermassi a guardare qualcos’altro, da altre parti, di sicuro sarei già morta. Ma io guardo alle promesse di Dio, in obbedienza, e persevero resistendo fino al giorno che Gesù tornerà o che mi porti con Lui nella mia morte.”

Ed è con questa stessa convinzione che lei parla della Chiesa che le ha fatto conoscere il Dio vivo: “È stato per mezzo dell’Universale che ho incontrato Gesù per avere vita. È in questa porta che si è aperta che L’HO trovato. Dico sempre, accada quel che accada,. Venga quel che venga, io non giro le spalle, né al Signor Gesù e né alla Chiesa.”

E al vescovo Macedo, quel giovane predicatore con parole tanto piene di fede e vita che aveva chiamato la sua attenzione in quel pullman, lei ringrazia. “Io lo ringrazio per questa stessa confidenza in Dio. Per aver lasciato tutto alle spalle, non guardando a se stesso ma in favore delle anime, perché io sono una di queste anime. Gesù ha usato quelle sue parole ed io sono stata liberata.”

Come lo stesso vescovo evidenzia nella sua biografia, da quel chiosco sono usciti membri fedeli, molti dei quali non sono più in questo mondo e, perfino pastori e vescovi della Chiesa Universale. “Vi è stata tanta Salvezza in quel tempo come vi è oggi”, sottolinea il vescovo Macedo.

Nei prossimi giorni tu potrai seguire di più, tanto qui nel Portale Universale.org come nelle nostre reti sociali, la storia dei 40 anni della Chiesa Universale, che saranno completati il prossimo 9 di giugno. Servizi speciali racconteranno i momenti che hanno segnato il percorso di fede di questa grande opera.

Anche tu puoi seguire questa storia costruita sulla base dell’obbedienza alla Parola di Dio nel blog del vescovo Macedo.

Fonte: Universal.org