Conosci il posto più pericoloso per le donne nel mondo?

Uno studio fatto dall’ONU (Organizzazione Nazioni Unite) ha rilevato che più della metà delle donne assassinate nel mondo, nel 2017, sono state uccise dal partner o da un famigliare.

 L’ambiente di casa è il “luogo più pericoloso del mondo per una donna” ha confermato uno studio concluso in occasione della Giornata internazionale per l’Abolizione della Violenza sulle donne, secondo il sito web di News to the Minute.

Solo l’anno scorso sono stati registrati in tutto il mondo 87.000 omicidi di donne, di cui circa 50.000 (58%) sono stati commessi da compagni o parenti e 30.000 (34%) sono stati premeditati dal partner della vittima.

Ciò significa che circa 6 (sei) donne su 10 (dieci) vengono uccise ogni ora da un conoscente, osserva l’ONU

Sebbene la stragrande maggioranza (circa l’80%) delle vittime nel mondo siano uomini, sono le donne “quelle che hanno maggiore probabilità di essere uccise dal partner o famigliare … e dove la casa è il posto più pericoloso”.

L’Africa e le Americhe sono, tra le nazioni del mondo, dove la maggior parte delle donne sono a rischio di uccisione..

Aggressione fisica e divorzio

Amelia racconta che sicuramente i suoi più grandi problemi sono iniziati dopo essersi sposata. “In 4 anni di matrimonio, posso dire di essere stata felice solo nel primo, nel secondo avevamo perso il rispetto reciproco e litigavamo spesso. La famiglia di mio marito ha sempre criticato la nostra relazione e questo peggiorava la situazione”, ricorda Amelia “e il peggio doveva ancora venire. Erano iniziate le aggressioni fisiche; cercavamo di parlare e di scusarci per le cose brutte che ci eravamo detti io e mio marito ma subito dopo tutto tornava come prima e anche peggio.

E’ stato nel quarto anno che presi la decisione di prendere i miei figli e andare via da casa. Lasciai l’Angola e andai a vivere in Botswana per lavorare. La mia vita continuava ad essere molto difficile.

Apparentemente sembravo una persona felice ma dentro di me c’era un vuoto. Avevo molti problemi di salute tanto che i medici mi avevano diagnosticato la depressione acuta, che presentava sintomi di forti dolori alla testa e insonnia costante. Vivevo prendendo medicine. Fumavo due pacchetti di sigarette nei giorni in cui stavo bene.

Quando, per motivi di lavoro, mi trasferì in Italia, iniziai a vedere ombre e sentire voci in casa ma non c’era nessuno con me.

Non ero felice in nessuna relazione che iniziavo, ero illusa e tradita … fu in quel momento difficile che iniziai a sfogarmi con una mia amica, collega di lavoro, e fu grazie a Lei che sentì parlare della Chiesa Universale.

Iniziai il mio processo di liberazione che durò tre anni che furono di perseveranza e fede. Mi battezzai nelle acque, imparai ad usare la mia fede e successivamente iniziai ad avere pace e gioia, che da sempre cercavo.

Oggi non ho vizi, tristezza e vuoto. Sono una donna soddisfatta” racconta Amelia.

 

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