La mia esperienza nel Tempio

Nell’istante in cui ho saputo che ci sarei andata, non mi sentivo degna di andare.
Che cosa avevo fatto per andarci?
In realtà, mi stavo consacrando. Volevo dare quello che Dio mi avrebbe rivelato.

Arrivando al Tempio, la sua bellezza esteriore mi fece vedere com’è l’ingresso del cielo. Il Tempio costruito con le pietre d’Israele, sacrificio di tutto il popolo dell’Universale. Sembra quasi che le pietre che parlino.

Entrando e partecipando alle riunioni, era inevitabile non piangere. Specialmente per la disciplina che c’è al di fuori, così come dentro. Sono arrivata tra i 30 e i 40 minuti prima che iniziasse la riunione, senza dire niente. Nessuno conversava. C’erano solo i sottofondi musicali, immagini e versetti biblici che venivano pronunciati.

Dio parlava ogni momento. Non solo con ciò che era scritto lì, ma stava parlando e rivelando chi avevo bisogno di essere. Ricordandomi, i miei occhi si sono riempiti di lacrime, perché vidi e vedo la Sua grandezza e misericordia verso di me. Io mi sono sentita così piccola, così insignificante, non perché Dio mi ha fatto sentire così, ma perché lo sono realmente. Così imperfetta. E tutto quello che ascoltavo da Lui era qualcosa di così profondo… Lui mi stava davvero insegnando tutto quello in cui avevo meditato nei 40 giorni. Sembrava che Lo stavo conoscendo in un modo in cui non l’avevo conosciuto prima. Le Sue Parole erano vive e si aprivano ad una nuova realtà.

Sembra che stavo voltando una pagina della mia vita. Uscendo da una fase d’indipendenza, per entrare in una fase di totale dipendenza da Lui.

Mi ha portato un grande timore, rispetto e riverenza in tutto. Non solo nell’ambiente in cui stavo vivendo, ma anche nel mio quotidiano. Era impossibile uscire allo stesso modo in cui ero entrata.

Anche se non sono lì, il mio spirito sta vivendo ancora quello che ho ricevuto là. In altre parole, assetata come non lo sono mai stava in tutta la mia vita. Ho ricevuto acqua viva. Acqua che mi fa lavare e mi porta ad un altro stadio della mia vita. Non che io sia cambiata, e sì il modo in cui vedo e devo agire.

È molto profondo.

Infine, ho visto quanto devo sacrificare e offrire una vita degna a Dio.

Come?

Prima, io dicevo: “Prendi la mia vita!”, ma là nel Tempio lo Spirito Santo mi ha mostrato che sono io che mi converto dai miei cammini malvagi (volontà, idee e pensieri) per essere quello che Lui vuole che io sia.

In altre parole,quando io dico a Lui: “Prendi la mia vita!”, sto dando quello che io ho scelto di essere con il tempo, volontà, scelte, pensieri e idee. E quante volte so come devo essere per glorificare il Suo Nome e resto solo ad aspettare che Dio mi cambi???? E Lui mi ha rivelato: “Consegnare la vita, figlia mia, è fare quello che IO ti ho mostrato che devi essere.”

Anche se non fa parte di te, ma quando viene usata la fede, viene fatto ciò che è giusto per essere giustificati davanti a Dio. Non per nessuno.

È veramente facile parlare. Ma vivere è un’altra situazione.

Dio me l’ha fatto vedere. Non quello che faccio.
Dio mi ha dato alcuni temi che mi hanno segnata:

La Gloria di Dio: Dare tutta la gloria a Lui. Non per quello che faccio o ho ottenuto, ma in conoscerLo e sapere che Lui fa bontà, diritto e giustizia.

Così parla il SIGNORE: Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio, dice il SIGNORE. Geremia 9.23,24

E realmente tutto quello che è scritto ha fondamento. Quando io ho dovuto sacrificare, non è stato perché ero forte, se non sarei stata attaccata a quello, ma perché Lui mi ha chiesto. Perché allora dovrei gloriarmi di ciò che ho fatto per Dio, se è stato Lui a chiedermelo?
Se ho manifestato forza nel confidare e consegnare, non è stato perché questo era dentro di me, ma perché ho usato la fede e l’obbedienza alla Parola di Dio per farlo.

Ciò che piace a Dio è che io Lo conosca. È sapere ciò che Lui vuole da me. Poiché ogni persona che ci conosce è perché è stata sensibile per osservarci. E di questo Dio si compiace!
E conoscendoLo, saprò della Sua misericordia verso di me, così come del Suo giudizio (disciplina, insegnamenti) e giustizia (ho seminato e ho raccolto).

Ha parlato di essere il Tempio.

Ha parlato di essere Nobile.

E molte cose.

È così profondo che il mio spirito sta parlando con Lui tutto il tempo. Vivendo in spirito di preghiera per la necessità di Essere Una con Lui.

Non sto vivendo in spirito per obbedire, ma perché realmente nel Tempio e nei 40 giorni mi hanno fatto vedere la grande necessità di fare questo.

La quarantena mi ha aiutato molto, mi ha fatto vedere il Signor Gesù com’è realmente. Sembra che Lo stavo conoscendo personalmente per la prima volta, perché ho visto quanto è necessario Essere Una con Lui.

Sono in questa fede di dare ciò che Lui merita di ricevere da parte mia. So e sono cosciente che non è per la conoscenza che acquisirò, ma per la fede in azione, per il fatto di annichilire tutto ciò che è stato un impedimento per glorificarLo.

E sono disposta a lottare per offrire a Dio. E non farò questo con la mia forza, ma con Lui. Essendo Una con Lui costantemente.

Grazie, Signor Gesù, per la Tua Opera nelle nostre vite! Il Signore è Unico e Degno di onore e gloria.

Vescovo Edir Macedo
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