16° Giorno del Digiuno di Gesù

Salve, vescovo!

Mi piacerebbe condividere con lei la mia immensa allegria.

Sono collaboratrice da 15 anni. Nel giorno in cui la nostra chiesa andrà al Tempio di Salomone, 22 luglio 2014, io terminerò 16 anni di Opera.

Ero in chiesa quando sentii una collaboratrice parlare della prossima veglia, che avverrà il 20 di giugno. Fino a quel momento non ero interessata. Avevo già perso l’interesse di andare a qualunque veglia per collaboratori. Non andai in nessuna di queste che iniziarono, ma qualcosa mi spinse a saperne di più al riguardo. Così cercai il video, dove lei stava chiamando per la veglia.

Stavo male, molto male. Non avevo perso il timore a Dio e per le Sue cose, ma avevo il cuore pieno di dubbi. Erano così tanti che quando ero nella ricerca, pensavo solo in loro: “Sarà che Dio è ancora con me?” “Sarà che Lui mi ascolta ancora?” “Sarà, sarà, sarà …?”

Volevo metter fine a quei dubbi, ma in questo tentativo, sorsero soltanto nuovi dubbi. Fu un peso che vissi per molto tempo, più o, meno 10 anni, stavo sempre tra gli alti e bassi. Un momento la mia fede stava in alto, e in altro momento stava in basso. Era così che andavo avanti, facevo tanto per fare.

Non capivo. Ero stata sempre sincera e, lottavo sempre per rialzarmi e, quando pensavo: “adesso va”, andava si, tutto, ma al contrario.

AVEVO IL NOME DI CHI VIVE, MA ERO MORTA! Morta a causa dei miei dubbi, dei miei cattivi pensieri. Nessuno ha mai saputo, ma Dio sapeva, io sapevo e, il diavolo, che lanciava i cattivi pensieri, sapevo inoltre cosa nutrivo dentro di me, alla fine dei conti, era il suo seme.

Quella chiamata per la veglia, con la proposta di nascere nuovamente dal ventre di mia madre, mi fece vedere che io, stavo avendo bisogno esattamente di questo. Era ciò che stavo aspettando dopo tante preghiere.

La parte forte, o, la più triste, è che tutte le veglie, avevano una proposta differente che risaltava nella stessa cosa: il rinnovo e la nuova nascita, ma io NON ERO INTERESSATA. La risposta a tutte le mie preghiere e di tutte le mie grida, erano le veglie e, le riunioni organizzate; ma IO NON ERO INTERESSATA. Pensavo che non ci fosse più nulla da fare per me. Pur essendo nell’Opera, con l’uniforme e tutto. Ero screditata da me stessa e dalla mia capacità.
Quella sera stavo con una grande sete, e questo perché la nutrii per quasi un mese, aspettando con ansia per quella sera.

Preparai i miei abiti bianchi nella stessa settimana in cui seppi della veglia, pregai tutti i giorni con lei, e uscii da casa con un proposito dentro di me: Oggi è il mio giorno! Non uscirò di la allo stesso modo, questo non lo accetto!

Quando lei diede la “Buona Sera!” per me fu come un immergermi nella fonte delle acque dopo 40 giorni e 40 notti nel deserto, morendo di sete! Ma non era ancora l’inizio della veglia, dovevo aspettare ancore un pochino. “Ah! Dovevo aspettare ancora di più!!!” Fu questo il mio pensiero.

Quando la veglia iniziò, io guardavo verso il telone come se fosse per mangiarlo! KKK Non battei neanche le palpebre. Non volevo perdermi nulla, neanche a causa di un battito di palpebra. E lei mi alimentava, ad ogni parola, ogni paragone della nostra vita con il Tempio e di come oggi avessi una placca nella mia vita che DIO ABITÒ IN QUESTO LUOGO. Quando lei disse questo, i miei occhi si riempirono di lacrime. Come può giungere quella situazione? Semplicemente perché io non mi curai del “tempio”. Non lo pulii, non mantenni il candelabro acceso, e non riempii neanche la mia lampada di olio. L’olio che era sulla mia testa, di tanto tempo fa, si era già seccato. Quanto dolore! Le mie vesti, di tanto che erano macchiate, non sapevo più di che colore fossero.
Quello fu la fine di tutto ciò, ero determinata a fare qualcosa al riguardo, per questo mantenni l’aspettativa dentro di me.

Quando lei terminò di alimentarmi con la Parola, giunse il momento di svuotarmi. E fu ciò che feci. Lasciai in quel pezzo di tessuto tutto quello che un giorno mi separarono da Dio, e piansi, piansi così tanto che non riuscivo più a parlare.
I miei occhi rimasero gonfi fino la domenica. Le mie lacrime sarebbero state le mie parole. E lo furono! Quando mi alzai molto lentamente (non posso neanche ricordare che i miei occhi si riempiono di nuovo, che piacere nell’anima!) iniziai una nuova vita con Dio. Da quel giorno chiedo a Dio perché mi aiuti a non perdere mai ciò che ricevetti in quella notte! Sono nuovamente con il tempio in piedi, pulito, con l’incenso che brucia, il candelabro acceso e la lampada piena d’olio. Devo prestare la massima attenzione per non versare il mio olio tanto prezioso! Rsrs.

L’amore per le anime è come il mio amore per il mio Signore. Domenica ho già iniziato a prendermi cura delle pecore del mio Signore in chiesa. Come possono esistere persone sofferenti in mezzo a coloro, che frequentano la Chiesa!

Mi scusi per la lettera così lunga, ma ho pensato che lei avrebbe dovuto sapere quello che ha fatto per me. Mai e poi mai potrei ringraziarla, ma so anche che per lei, il ringraziamento più grande e anche ricompensa è sapere che mi ha aiutato. Ero una pecora allontanata dalla Casa d’Israele. Una dracma persa che fu trovata da lei e dal mio Signor Gesù.

Vorrei poterla abbracciare come un padre. Farò questo tutte le volte che la ricorderò nelle mie preghiere.

Grazie.

Nuova collaboratrice Patricia Bacellar – Rio de Janeiro – Universal de Jardim Meriti 3.

Vescovo Edir Macedo
bispomacedo.com.br/it/