l’intenzione del cuore

“Partito di là, trovò Jehonadab, figlio di Rekab, che gli veniva incontro; lo salutò e gli disse: È il tuo cuore retto come il mio verso il tuo? Jehonadab rispose: Lo è. Se è così, disse Jehu dammi la mano. Allora egli gli diede la mano; così lo fece salire con sé sul carro e gli disse: Vieni con me e vedrai il mio Zelo per l’Eterno!” (2 Re 10.15)

Se si analizza, l’unica domanda che Jehu fece a Jehonadab era se il suo cuore era sincero come il suo, e questo è esattamente ciò che Dio sta cercando: la sincerità. Lui vuole trovare persone che hanno la stessa sincerità con Lui, come Lui ha per ognuno di noi.

Questa sincerità è vista attraverso le decime e le offerte. Ci sono molte persone che sono nella Chiesa, ma non sono oneste con Dio, cioè, non pratica la Sua Parola, cercano di ingannare Dio, ma in realtà stanno prendendo in giro se stessi.
Provano, attraverso la carità, molto spesso, soffocare il peccato, i propri errori, danno persino la decima, ma non sono sinceri, perché Dio non vuole solo la decima, ma soprattutto la vita di loro.

Un esempio di questo, abbiamo Giuda, che è stato “tutto” il tempo con Cristo, ascoltando le predicazioni gli insegnamenti, ma non era sincero, rubava l’offerta e le decime, e nella sua ignoranza, pensava che Dio non vedeva quello che lui praticava. Così sono queste persone che sono in chiesa e non praticano la Parola di Dio, perché esse rubano a Dio in decime e offerte, non sono sinceri e pensano che Dio non sta guardando.
Quando Jehonadab ha dato la mano a Jehu e disse: “Lo è”. Qui ci è stato dimostrato che lui aveva lo stesso spirito di Jehu, la stretta di mano è un’azione che mostra sincerità o può anche essere fatto con falsità, perché chi vede il viso non vede il cuore.

Ci vediamo in Chiesa o fra le nuvole!


 

 

 

 

Per il tuo servo in Cristo

Vescovo Julio Freitas
www.bispojulio.com