la figlia di un pastore

“Sono nato all’interno della Chiesa, per essere chiari, sono nato dentro l’Opera di Dio. Non mi mancava nulla, aveva tutto quello che volevo. Non ho avuto problemi e sono sempre stata circondata da amici (bambini di altri pastori).

All’età dai 9 a 10 anni, desideravo molto essere collaboratrice; allora, entrai nel gruppo dei candidati a collaboratore e sentivo il pastore dire che per essere collaboratori dovevamo servire. Io non capivo nulla perché non era nata da Dio e, nel tentativo di attirare l’attenzione dei miei genitori e del pastore che era responsabile del gruppo dei candidati a collaboratori, iniziai a fare cose che nessun figlio di un pastore faceva: pulivo tutta la Chiesa, andavo ad evangelizzare, ma davo solo riviste (non passavo la fede a nessuno, perché io stessa ero vuota), tutto quello che facevo era appena per compiacere l’uomo, e quando parlavo di Dio, erano parole ripetute, che ascoltavo da mio padre alle sue riunioni.

Il tempo passava e quando aveva dai 10 a 11 anni siamo andati in Israele. Lì non avevo i miei amici e mi sentivo sola …

I miei problemi cominciarono quando avevo 12 anni. Mi vedevo come una brava ragazza, non stavo nel mondo, andavo in Chiesa, non mentivo, non rubavo, non uccidevo, ma nutrivo dubbi sullo Spirito Santo e avevo paura dei demoni (ma mai lo dicevo ai miei genitori).

La mia testa era apparentemente in Dio e nella Chiesa … Bugia! Volevo vedere il mondo, volevo conoscere le discoteche, volevo sapere come era flirtare con i ragazzi, anche curiosità per la droga e l’alcool, volevo vedere il mondo!

Di notte, ho cominciato ad aver paura e per la mancanza di amici, mi sentivo sola, a volte mi chiudevo nella mia stanza e piangevo senza motivo (senza che nessuno lo sapeva).

Tutti i tipi di pensieri sporchi cominciarono ad emergere nella mia mente, e quando i miei genitori e mio fratello andavano a letto accendevo la televisione e vedevo tutti i tipi di porcheria che davano (era molto curioso di tutto e tutti).

Ho iniziato a essere ribelle (quando ero più giovane ubbidivo ai miei genitori), con il tempo ho cominciato a sentirmi rabbia di fare quello che chiedevano di fare. Avevo apparentemente rispetto per loro , quando parlavano con me dicevo di sì, ma dietro protestavo e maledivo.

Vedere le sporcizie in televisione era diventata qualcosa di costante, ma quando andavo a dormire mi sentivo pesante (perché sapevo che stavo sbagliando). Mi sentivo accusata ed è continuato per diversi mesi … piccole bugie, la disobbedienza, nascondendo cose ai miei genitori, ho cominciato a tenere amarezza nel mio cuore contro chi era rimasto in Brasile (avevo odio anche per delle piccole cose). Non ho mai detto niente a nessuno … dopo tutto, che cosa pensavano di me?

Una notte, non riuscivo a dormire bene, era come se tutti i demoni mi stessero accusandomi, mi sentivo pesante e triste, era un dolore così grande, ma così grande che mi faceva male il cuore. I pensieri erano mille (che Dio non mi avrebbe perdonato, che io ero sconvolta), decisi di andare nella camera dei miei genitori e chiedergli una preghiera, ma il mio orgoglio era più grande, non volevo che nessuno sapesse che io non stavo bene con Dio, allora rimasi a vagare per la casa, fino a quando ho chiesto aiuto a Dio e l’angoscia se ne andò.

Ma da quel giorno, ho cominciato a pensare: “come può essere? Io mento, sono ribelle, ho cattivi pensieri, l’altra notte non sono riuscita a dormire bene. Questo vuol dire che non ho un incontro con Dio! Sono marcia dentro, devo cambiare! ”
Ho iniziato a praticare tutto ciò che sapevo, ho chiesto perdono a Dio, ma ancora mi sentivo pesante, qualcosa mi accusava. Sono dovuta andare a parlare con mia madre, andare oltre l’orgoglio che avevo e superare la paura di ciò che avrebbe pensato di me. Non è stato facile, ma ho parlato con lei, ha parlato con mio padre e gli chiesi di battezzarmi in quel momento (abbiamo riempito la vasca del bagno di casa e fu lì che in realtà sono morta, mi ero già battezzato prima, ma non era vero).

Poi feci un elenco di tutte le persone che avevo odiato (li chiamai uno a uno e chiesi perdono), cominciai a sforzarmi di obbedire. Parlando con mia madre come ero sporco, le cose che pensavo io le facevo: subito dopo, nella mia stanza, clamai a Dio e fu proprio lì che ho avuto un incontro con Lui! Che gioia, ho trovato il Dio al Quale i miei genitori servivano. Quella intensa curiosità di vedere il mondo scomparve, cominciai ad odiare tutto questo e sentire amore per le persone.
Non è stato facile in tutto il liceo tutti andavano alle feste, quasi tutti fumavano e alcune mi odiavano perché sapevano che ero cristiana. Ma io non volevo essere come loro, voleva salvare loro! Non mi interessava più quello che pensavano di me, finalmente, ero tornata libera, non dovevo piacere agli altri per sentirmi bene!

La mia lotta continuò fino a quando ho ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo, dovetti praticare tutto ciò che sapevo.

A 14 anni fui alzata come collaboratrice a Nazareth, e ora si, che avevo qualcosa da offrire alla gente, io servivo Dio; facevo le cose nella Chiesa, ma non perché gli altri mi approvassero, perché era per Dio. Infine, servivo Qualcuno che ho incontrato e che continuo a servire oggi.

Siamo nati tutti uguali, con la natura mondana, ma io pensavo che essere la figlia di un vescovo non ero come gli altri, mi sbagliavo perché era peggio di quelli fuori della Chiesa. TUTTI hanno bisogno di un incontro con Dio! ”

Sarah Maia – Spagna