6 pentimenti sul letto di morte

6 Pentimenti sul letto di morte

Una notizia recente raccontava di un’ infermiera australiana che lavorava con i malati terminali. Questi, sul loro letto di morte, raccontavano i 5 pentimenti più comuni quando erano vicini a lasciare questa vita…

{slide=1° “Mi sarebbe piaciuto aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele a me stesso e non alla vita che gli altri si aspettavano da me”}
Questo è stato il pentimento più comune di tutti. Quando le persone percepiscono che la propria vita sta per terminare, è facile vedere che molti sogni non sono stati realizzati. La maggioranza delle persone non aveva onorato neanche la metà dei suoi sogni e aveva dovuto morire sapendo che questo era colpa delle proprie scelte fatte o non fatte. È importantissimo che sacrifichiamo per realizzare, perlomeno, alcuni dei nostri sogni nel corso della vita. È Dio che ci dà i sogni, affinché sfruttiamo la vita al massimo.{/slide}

 

{slide=2° “Mi sarebbe piaciuto nonn aver lavorato tanto”}
Tutti lamentano questo. Chi lavora molto vede poco i figli e perde la compagnia del partner. È un pentimento profondo passare tanto tempo della propria vita a perseguire una carriera professionale. Al semplificare il suo stile di vita e fare scelte coscienti durante il cammino, è possibile non avere questo pentimento. E, al creare più spazio nella tua vita, tu diventi più felice e aperto a nuove opportunità. Il lavoro fa parte della nostra vita, ma non dobbiamo vivere per lavorare ma sì per sviluppare i nostri talenti e sfruttare della famiglia più che possiamo.{/slide}

 

{slide=3° “Mi sarebbe piaciuto aver avuto il coraggio di aver espresso i miei sentimenti”}
Molte persone hanno soppresso ciò erano realmente per mantenere la “pace” con gli altri. Come risultato, hanno stabilito un’ esistenza mediocre e non sono mai diventati ciò che avrebbero potuto essere. Molte amarezze e risentimenti sono il risultato. Noi non possiamo controllare le reazioni degli altri. Le persone possono, inizialmente, reagire quando parli onestamente, ma, alla fine, la reazione migliora soltanto e diventa migliore con la sincerità. Non alimentare i sentimenti, religiosità, tradizioni ma sì la fede intelligente, poiché è solo assumendo chi siamo realmente che saremo realizzati al massimo.{/slide}

 

{slide=4°“Mi sarebbe piaciuto aver mantenuto i contatti con i miei amici”}
Molte volte, le persone non percepiscono veramente i benefici dei vecchi amici fino alla settimana della propria morte. Molte sono diventati così occupati nelle proprie vite che hanno lasciato sparire di vista, amicizie d’ oro, durante gli anni. Dopo, si sono lamentate profondamente di non aver dato a queste amicizie il tempo e lo sforzo che loro meritavano. Tutti sentono la mancanza dei propri amici quando stanno morendo. Non sono i soldi o lo status che hanno la vera importanza di vita per chi è arrivato alla fine. In quel momento, ciò che tu vuoi è fare cose in beneficio di coloro che ami. Nel finale, tutto si riassume in amore e relazioni. Dio afferma che ci sono amici più vicini che fratelli e che dobbiamo prenderci cura di questi amici, come il Signor Gesù disse: che il suo vero discepolo dà la vita per l’ amico. Così facendo, apprendiamo il vero senso di vivere la vita al massimo.{/slide}

 

{slide=5° “Avrei voluto permettermi di essere felice”}
È sorprendentemente comune, molte persone sul letto di morte non hanno percepito, fino alla fine delle proprie vite, che la felicità è una scelta. Loro erano rimaste vittime di vecchi norme e abitudini: il “conforto” della familiarità. La paura del cambiamento ha fatto che loro fingessero con tutti e con se stessi che erano soddisfatte quando, là in fondo, volevano proprio sorridere veramente.

Quando tu stai nel tuo letto di morte dimentichi ciò che gli altri pensano di te e sei capace di stare là e sorridere con sincerità. Sarebbe buono poter fare questo prima del momento della fine, no? Non è per caso che il Signore Gesù lascia chiaro nella Sua Parola che chi non è definito è il più infelice di tutti gli esseri umani. La nostra parola deve essere: “Sì, sì; no, no”. Ciò che oltrepassa questo proviene dal maligno. Sia definito e permettiti di essere fedele al massimo{/slide}

 

Tuttavia, di tutti questi, il più importante e ultimo pentimento è verificato solo dopo la morte, dopo di aver effettuato il “passaggio” all’ altro mondo e sarebbe potuto essere il 6° pentimento, se chi rimane da questa parte potesse ascoltarlo:
 

{slide=6°“Avrei voluto approfondire la mia relazione con Dio e aver lavorato in favore della mia Salvezza”}
Infelicemente, questo è un pentimento che nessun infermiere potrebbe ascoltare sul letto di morte poiché la sua constatazione è possibile solo dopo l’ attraversamento finale, dopo del quale nessuno ha la possibilità di regredire per raccontare ciò che ha visto. Credo che sia questo il maggiore dei pentimenti del post-vita, tanto di chi non si è mai interessato a mantenere una relazione con Dio; di chi sempre disse di non credere nella vita dopo la morte; di chi sempre si è autodefinito ateo; dei cristiani indecisi e di chi un giorno ha servito o stava nella Sua presenza, ma, eventualmente, hanno scelto di vivere secondo la propria volontà. L’ unica cosa che possiamo portare con noi da questo mondo, dopo la morte, è la Salvezza. Ma la stessa deve essere raggiunta, sviluppata e custodita in quanto si sta in vita. Questo è ciò che Dio vuole affinché siamo non solo equilibrati, come anche figli Suoi.{/slide}

 

Rifletti su questo aspetto, poiché questa vita che ci è stata concessa da vivere è l’ unica opportunità che dobbiamo accettare. E non tutti hanno l’ ipotesi di fare una valutazione del proprio percorso sul letto di morte, poiché, in molti casi, la fine della vita viene in modo insperato e improvviso.

Vivi in modo di non avere qualunque dei pentimenti sopra descritti, ma, specialmente, il 6°, giacché questo detterà il corso che la sua anima seguirà nell’ eternità, a seconda esistenza, per la qual non c’è scappatoia possibile.

“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano!” (Matteo 7.13,14)

Spero di aver collaborato in qualcosa!


 

 

 

 

Per il tuo servo in Cristo
Vescovo Julio Cesar
Bispojulio.com