Tornando al Passato – 48° Parte

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Il dolore era insopportabile. Sembrava che il mio corpo stesse morendo.

Mio padre era colui che mi chiamava di più in quel periodo. Molte volte parlavo dell’afflizione che stavo vivendo. E lui, mi ascoltava pazientemente e mi consigliava secondo a ciò che gli dicevo.
Un giorno, decisero di farmi visita.
Quando arrivarono, all’ora del pranzo, non era ancora pronto. Lui arrivò e mi diede una mano in cucina. E grazie a Dio è andato tutto bene. Dopo loro riposarono e così siamo usciti.

Stavo vivendo momenti molto difficili, tant’è che pensavo, che se avessi detto qualcosa, di sicuro avrebbero pensato che fossi “indemoniata”. Ma il dolore era così forte, che andando verso il centro commerciale, dissi a mia madre: “Mamma, mi sento così angosciata. Sembra quasi una depressione.”

Non sapevo neanche cosa fosse la depressione. Ma sapevo che la tristezza che stavo sentendo era al di sopra di ciò che avevo sentito fino ad allora. In verità, era più che una tristezza, era un’angoscia.
L’ho dissi a mia madre, con una voce “afflitta” e con un’enorme voglia di piangere. E mia madre mi rispose: “E’ proprio così, figlia. Hai perso i tuoi figli, e realmente non è facile.”

Non avevo mai sentito un’angoscia del genere, mi spaventava molto ciò che stavo sentendo.
Sembrava che non ci fosse via d’uscita.

E mi confondeva, come poteva una persona che conosce a Dio, sentire quel genere di angoscia. E il diavolo se ne approfittava per riempirmi la testa, che questo non era normale.

I miei genitori rimasero con noi per un po’ di tempo, e ricordo esattamente di quei giorni, furono giorni meravigliosi. La loro presenza, la loro compagnia, parlava con me.
Loro se ne andarono, e la lotta continuò.

Fino a che un giorno, in una campagna del santuario, in una piccola chiesa, con al massimo una ventina di persone, entrai nel santuario con la mia busta “vuota”, ma con una decisione di consegnare il mio più grande sogno, che era sostituire i miei “ex-figli”, con altri figli!

Consegnai il mio futuro, proprio così, avrei convissuto con il “dolore” per il resto della mia vita, semplicemente per poter servire Dio. Poiché non cambierai un sogno più grande di servire Dio sull’altare, per nessuna delle mie necessità. Ed è con questa determinazione che entrai nel santuario.

Nel santuario vi era un trono, e lì, in ginocchia, ebbi l’opportunità di pregare il tempo necessario, senza fretta, e consegnare la mia busta.
In quel giorno, mi sono versata in lacrime e dissi a Dio: “Dio, io voglio servirTi sul Tuo altare, e Ti consegno il mio più grande sogno e necessità in questo momento. Sinceramente, Dio, non sento nessuna voglia di consegnarteLo, perché ne ho bisogno. Non so nemmeno cosa ne sarà di me da qui in poi. Ma voglio servirTi. E Te lo consegno.”

Mi sono alzata e sono uscita. Una volta fatti due gradini, mi è venuto in mente:“Mio Dio, non commenterò nulla di ciò che ho fatto con nessuno, perché non so se riuscirò a compierlo.” E mi sono imbattuta in un collaboratore. E come moglie di pastore, ho concluso immediatamente che quel collaboratore poteva pensare che stavo piangendo per la chiesa, per il popolo, ecc. ed io lì, piangendo per una cosa che avrei già dovuto dare!

Mi ricordai che quando sono entrata nell’Opera di Dio, ci entrai con il compromesso di servire Dio e di non pensare più alla mia vita. Il mio futuro si trovava nelle mani di Dio, il mio desiderio era di servire Dio e non me stessa. Questo è, dare la vita per le persone bisognose.
Però, ora, mi stavo versando per i miei dolori personali. E il popolo? Dove si trovava il mio compromesso con Dio e con il suo popolo, in quel momento? Da parte.. perché mi concentravo nella mia situazione.

In quell’istante, uscii piangendo ancora di più. Mi ero vista così tanto egoista. Ho avuto così tanta vergogna con Dio e offuscata dal mio obiettivo iniziale.
Dopo un po’ di tempo, non so quanto.. ma sembra che non fossero passati mesi, neanche settimane, che la risposta fu immediata. Solo che non lo percepii al momento.
Vidi la risposta di Dio nell’accettare il mio tutto, quando percepii in me che non sentivo più la mancanza di avere i miei figli sostituiti.

Da lì in poi, ho iniziato veramente a concentrarmi di più nella mia vita spirituale e nella chiesa.
Qui ha avuto luogo un nuovo inizio di vita.

Viviani Freitas
Conferenziere e scrittrice