Battezzato con lo Spirito Santo e con Fuoco

 

             13º Giorno del Digiuno di Daniele

Salve, vescovo!

Mi chiamo Iolanda, sono della Forza Giovane di Belo Horizonte. Alcuni mesi fa, un nostro amico è stato arrestato in modo ingiusto. La detenzione è avvenuta due settimane dopo che lui ha ricevuto lo Spirito Santo, nell’ultimo Digiuno di Daniele.

Vescovo, lui è stato in prigione per 2 mesi,  e ciò che lui ha fatto là dentro è stato qualcosa che mi ha sorpreso. Conoscendolo, sapevo che non avrebbe smesso di guadagnare anime in carcere, solo che è andato oltre. Lunedì, parlava della prosperità; martedì, pregava per la liberazione, senza paura, metteva la mano in testa ai carcerati; mercoledì, cercava lo Spirito Santo; giovedì, preghiera per la famiglia, insegnava come trattare la moglie e i figli; venerdì e sabato, la stessa cosa. Seguiva il programma delle riunioni della Chiesa. E, domenica, distribuiva la goccia del miracolo, e i carcerati cantavano insieme a lui: “Muovi le acque, Signore, muovi le acque…”

Vescovo, lui mi ha detto che questo è ciò che l’ha segnato di più, perché la goccia del miracolo si è sparsa per tutta la prigione, tra i carcerati. Lui ha anche determinato la guarigione di uno dei carcerati, il quale aveva una ferita ed è guarito. I carcerati ascoltavano il programma della Chiesa tutto il giorno, e, alle 3:00 del mattino, lui svegliava quelli della sua cella per pregare.

Dentro il carcere, era chiamato pastore, i carcerati avevano molto rispetto per lui. Quel ragazzo ha battezzato i carcerati là dentro, e molti dicevano che, quando sarebbero usciti, sarebbero andati in chiesa, a dare la testimonianza di quello che lui ha fatto per loro là dentro.

Infine vescovo, lui avrebbe potuto mormorare per la situazione d’ingiustizia che stava passando, solo che ha permesso che Dio lo usasse in modo grandioso.

Vescovo, 3 mesi fa è uscito, ma solo oggi sono riuscita a parlare di quello che è successo là dentro. Lui non si vanta a causa di questo, tanto che poche persone sanno quello che è successo. Lui lo racconta in modo naturale, inoltre è stato così che me l’ha raccontato, perché siamo entrati nel tema senza volere. Il suo nome è Cesar. Non potevo non dirglielo, so che l’e-mail è lunga, ma era necessario.

Grazie per l’attenzione, vescovo.
Dio la benedica sempre di più.

Cordiali saluti,
Iolanda Gomes